iniziali xilografiche

+ figurate (parlanti?)
       mm 37 x 35

C N S

+ mitologiche parlanti
       mm 35 x 35

A1 A2 C D1 D2 E H I L1 L2 M1 M2 N O P1 P2 Q Qbis R S T V1 V2

+ fondo completamente bianco
       mm 32 x 30

C I R

+ "modenesi" parlanti
       mm 24 x 23

A E I

+ fiorite su fondo criblé
       mm 22 x 22

C D E H I L M N O Q R S V

+ figurate (alcune parlanti)
       mm 21 x 21

A B C D E F G H I L M N O
P Q R S1 S2 S3 T V

+ fiorite su fondo nero
       mm 15 x 15

C D E F H I M N P Q S T V

[a cura di a.l.]

serie di iniziali parlanti a soggetto "modenese", mm 24 x 23 : E[rmafrodito] (il Potta di Modena)

iniziale parlante dei Gadaldini: E[rmafrodito] (il Potta di Modena)

Descrizione : Figura nuda di ermafrodito seduto a gambe aperte (il Potta di Modena), vista di fronte, con dietro le spalle due trivelle disposte a croce di S. Andrea
Date : 1559 ; [1560?] ; [tra 1560 e 1565] ; 1563₁ ; 1563₂ ; 1565 ; [tra 1565 e 1572] ; [1575?].
Sottoscrizione : Cornelio Gadaldini il vecchio ; Eredi di Cornelio Gadaldini ; Paolo Gadaldini & fratelli ; Paolo Gadaldini; Francesco Gadaldini.
Note : Che si tratti di un ermafrodito non risulta chiaro dalla xilografia, ma lo si ricava dall'evidente identificazione con l'immagine del cosiddetto Potta di Modena, una delle "metope" del duomo modenese, a cui in questo caso sono state aggiunte le due trivelle che figurano insieme alla croce nello stemma cittadino a partire dal 1566. Un'operina dedicata a La vera historia del Pota da Modona verrà pubblicata da Francesco Gadaldini, probabilmente nel 1593. Sul frontespizio il Potta, che siede su una specie di trono evidentemente ispirato alla metopa del duomo, ha alle sue spalle le due trivelle come in quest'iniziale. Poco convincente la spiegazione dell'opuscolo che nega ogni riferimento della figura a un ermafrodito ("perche uno Hermaphrodito e quasi infame, & dalle legge, & occhio humano schiuato, del uso schernito, & uituperato") per farne invece la trasposizione proverbiale e leggendaria di una Donna Antonia vissuta a Modena nella seconda metà del XIII secolo e straordinariamente prolifica, madre di quarantadue figli.

Sul senso e la storia dell'immagine, sullo strano caso di un simbolo cittadino di cui la città si vergogna, cfr. la scheda di M. Ferretti in Lanfranco e Wiligelmo, p. 580-581.

Modena, Museo del Duomo, il Potta di Modena