una cornice xilografica

A. STORIA

1. Gregorio de Gregori

+ lato sup. ; lato inf. ; lato
   sin.
; lato dx
+ es. 1 (1519)
+ es. 2 (1521)
+ es. 3 (1519)
+ tratteggio, volute,
   medaglioni

2. Bernardino e Matteo
    Vitali

+ lato sup.

3. Giovanni Nicoli

+ lato sup. ; lato inf. ; lato
   sin.
; lato dx

4. i Gadaldini

+ lato sup. ; lato inf. ; lato
   sin. e dx

B. FIGURE

1. i quattro viventi

+ fonti bibliche
+ cattedrali
+ miniatura
+ xilografia

2. pellicano

3. fenice

4. unicorno

5. sfingi

+ Dino Campana

[a cura di a.l.]

1. figure + sfingi

La coppia di sfingi sui lati di uno scudo, che figura al centro del legno inferiore nella nostra cornicei, riprende uno schema molto diffuso su pagine e frontespizi nel primo secolo della stampa. L'esempio che segue è tratto dalla cornice che figura alla prima pagina di testo, c. [a]2r, in Montisferrati marchionum et principum regie propaginis ..., stampato a Asti da Francesco Selva nel 1519 (CNCE 31510; qui da Malaguzzi, fig. 273, p.305).

legno inf. di cornice xilografica (1521)

Altre volte, in cornici architettoniche, le sfingi figurano alla base delle colonne: si veda a destra il frontespizio di un'edizione di Aristotele stampata a Pavia nel 1521 da Giacomo Pocatela.

maestro in cattedra, sfinge Oppure in vignette di vario genere troviamo le sfingi scolpite sui lati di un trono o di un seggio che sarà indifferentemente quello di un re o di un maestro in cattedra, o anche l'inginocchiatoio della Vergine nelle Annunciazioni.

Tutte queste figurazioni fantastiche risalgono alla tradizione dei miniatori, alla proliferazione medievale di mostri il cui campo d'azione sono i luoghi di confine. I margini della pagina e i confini del mondo: quelli geografici nelle mappe dell'epoca e quelli spitituali che separano i vivi dai morti; il limite che separa nelle cattedrali l'esterno dall'interno e, lungo i margini esterni (esempio straordinario le "metope" di Modena), quelli che dividono lo spazio sacro da quello profano.

Per le sfingi un ruolo di guardiane della soglia risale all'antichità. Si veda su questo Hermann-Hoek, dove tra l'altro la fig. 12, p. 309, mostra il pulpito di San Cesario a Roma (ca. 1230) con sfingi, tetramorfo e figure grottesche.

In epoca cristiana nella sfinge si è poi anche voluto vedere una figura di Cristo. Le quattro nature che, secondo questa interpretazione, vengono attribuite alla sfinge (testa umana, ali d'aquila, busto di leone e posteriore taurino) rimandano al tetramorfo, che ritroviamo ai quattro angoli della nostra cornice, dove i quattro viventi hanno a loro volta "cette fonction primordial des chérubins qui est d'être des gardiens" (Fromaget 2003, p. 37 sgg., ma vedi anche p. 33-34).

Dall'antichità, quindi, al medio evo, al Rinascimento. Fino a le sfingi sui frontoni della Genova di Dino Campana.