Università di Modena e Reggio Emilia -
CSBA - Fondi antichi
i Gadaldini : la marca tipografica : 7. scimmia e tartaruga
+ Ms. arabo; Cosmè Tura
+ 1 ; + 2 ;
+ 3 ; + 4 ; + 5 ; + 6 ; + 7 |
+ Esopo | |
+ Bomarzo |
+ metopa | |
+ terracotta | |
+ specchio | |
+ Ermes psicopompo |
+ the Mock Turtle |
+ la Bibbia di Borso | |
+ Schifanoia |
+ Aquileia, Plèroma | |
+ due galli due tartarughe | |
+ bambino e gallo |
+ Kalila e Dimna | |
+ Ms. arabo; Cosmè Tura | |
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+ regalità | |
+ salvezza |
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+ L'infanzia nasce ... | |
+ putti: gli antichi | |
+ putti: Rinascimento | |
+ La tortue |
[a cura di a.l.]
L'illustrazione proviene da un manoscritto del Kalila e Dimna che si trova alla Bibliothèque nationale de France (Arabe 3467, c. 85; qui tratto da Mandragore), composto intorno alla metà del XIV secolo in Egitto o in Siria. La scimmia sul fico -- un vecchio re in esilio -- getta i frutti dell'albero nell'acqua sottostante, dove vengono raccolti dalla tartaruga:
[...] il vecchio re si allontanò in esilio e se ne andò su una spiaggia. Si arrampicò su un albero di fico in riva al mare e si mise a mangiarne i frutti, ma un fico cadde nell'acqua dove si trovava un maschio di tartaruga. Non appena il frutto cadde, la tartaruga lo prese e lo mangiò. Alla scimmia piaceva sentire il tonfo dei fichi che cadevano nell'acqua e si divertì a gettarne ancora. (Kalila e Dimna, p. 184)
Et fugiens symeus, abiit ad littus maris, in quo erant multae arbores ficuum; et ascendens symeus ad ficam, comedebat de ficubus. Et cum cecidisset una ficus de mano sua in aqua, vidit illam testudo; et accipiens testudo ficum, comedit illam. Et cum placeret symeo sonus casus ficus in aquam, proiiciebat unam post aliam; testudo autem accipiens comedebat illas [...]. (Directorium humanae vitae, c. K1r)
[...] andandosene sopra una riviera piena di frutti e d'uva, saltava di fico in fico, e per sorte ne trovò uno a' piedi a' piedi della riva del lago e quivi si fece una pelliccia di fichi per parecchie invernate. In questo suo scorpare a scrocco, la vidde venire un bel testugginone a galla, ed ella gli trasse un fico di quegli che erano stagionati e molto buoni. (Doni, p. 293)
[...] uenuto mendico, si abbatté ad una ficaia posta alla marina, e sporta sopra il mare, & abitò quiui, & si nudriua de' suoi frutti, & mangiando egli un giorno, gli cadde di mano un fico, il quale pigliò una testuggine seluatica, & sel mangiò. Sopra che la Simia ridendo, seguitò a darle de gli altri fichi. (Del gouerno de' regni, c. 49r, p. 101 del pdf)
Il piacere con cui la scimmia ascolta il suono dei fichi che cadono nell'acqua o, nella versione "greca", quello con cui osserva la tartaruga che corre a mangiarli, danno un'idea
della sottigliezza di questi racconti.
Doni introduce, con un linguaggio colorito, elementi
assenti dalle precedenti versioni, facendo per esempio del vecchio re una bertuccia [...] eretica, che la non voleva credere come credevano gli altri. Trascura forse quel genere di sfumature, di sottigliezze.
Il testo indiano parla di una scimmia e di un coccodrillo, non una tartaruga. D'altra parte l'albero su cui si arrampica il vecchio re non è qui un generico fico ma una Ficus glomerata (in sanscrito: udumbara). Le Note illustrative di Pañcatantra, p. 175, spiegano che Era ritenuto dimora delle anime dei morti o, anche, dimora e incorporazione di Yama, dio dei morti.
A proposito dell'albero e della scimmia, vengono im mente quelli che si trovano alle spalle di Maria e del Cristo morto nella Pietà di Cosmè Tura oggi al Museo Correr di Venezia. Qui la scimmia, quasi scomparsa dal dipinto, rappresenterebbe secondo vari commentatori i nostri pił bassi istinti: la nostra immagine caduta. Il re in esilio di Kalila e Dimna?