In una Sacra famiglia di Dosso Dossi -- dipinta probabilmente per i Gonzaga intorno al 1527-1529, oggi nelle collezioni reali inglesi a Hampton Court --
il Bambino abbraccia un gallo.
Resta aperta la discussione, tra storici e critici d'arte, sull'identità delle figure rappresentate e sul significato del gallo, legato in particolare all'identificazione del primo dei due santi in piedi sulla sinistra,
quello con la barba bianca.
Le due principali alternative sono già date nel confronto tra le voci relative al quadro nell'inventario mantovano del 1627 e nel catalogo di Van der Doort del 1637-39 (Dosso 1998, n. 2-3, p. 203):
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Un quadro grande dipintovi la Madonna, il putino che scherza con un gallo e S. Pietro e Paolo.
- Un gran pezzo di nostra Signora, e Cristo che gioca con un Gallo che tiene nelle braccia e Giuseppe e altri Santi vicini in un paesaggio.
Nel primo caso il gallo figurerà come attributo di Pietro (Mt 26, 33-35 e 69-75; Mc 14, 29-31 e 66-72; Lc 22, 33-34 e 54-62; Gv 13, 37-38, 18, 15-18 e 18, 25-27). Se invece si esclude la presenza di Pietro, l'animale, che annuncia il sorgere di un nuovo giorno, allude alla resurrezione di Cristo.
La seconda ipotesi, che è oggi la più accreditata, vede nelle altre due figure Anna e Gioacchino, genitori di Maria.
La presentazione del quadro nelle pagine web della Royal Collection inglese, da cui sono tratte qui le immagini,
sottolinea l'uso della luce come simbolo della "nuova alba" della resurrezione.
A terra, in primo piano, ai piedi di Gesù e del gallo, vediamo due gigli.