I cromitos, o "cromos de picar", erano figurine colorate che venivano vendute in Spagna dai cartolai. Si presentavano in fogli poco più grandi della metà
dell'attuale formato A4. Figure che il bambino, o più spesso la bambina, staccava seguendone i contorni sagomati. Non venivano inseriti in un album.
Il gioco consisteva in questo: cercare con un unico tocco delle dita, un colpo che richiedeva una certa destrezza,
di portare in alto il verso, il retro dell'immagine. Se questo gioco d'abilità riusciva, si guadagnava un cromito.
Gli esempi proposti si ricavano dalla collezione personale di una senyora Nena che giocava con queste immagini intorno agli inizi degli anni '70.
Hanno la caratteristica
di presentare, sul verso, un segno che la bambina tracciava in vari colori -- blu, rosso, verde.
Operazione magica che ha qualcosa a che vedere
con la funzione del marchio commerciale, e in particolare con quella delle marche tipografiche.
Ma non è solo
per questo, o per la figurina dove si vede Paperino a cavallo di una tartaruga, o per altre utilizzate in riferimento al contenuto di queste pagine
(i gigli, lo specchio), che si è
voluto dedicare tanto spazio ai cromitos. Sono stati e sono, per chi scrive, uno di quei "luoghi profetici" a cui
si fa riferimento nella pagina introduttiva a tutto il lavoro sui Gadaldini.