Università di Modena e Reggio Emilia -
CSBA - Fondi antichi
i Gadaldini : la marca tipografica : 7. scimmia e tartaruga
+ scimmie, bambini + due scimmie, due teschi
+ 1 ; + 2 ;
+ 3 ; + 4 ; + 5 ; + 6 ; + 7 |
+ Esopo | |
+ Bomarzo |
+ metopa | |
+ terracotta | |
+ specchio | |
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+ la Bibbia di Borso | |
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+ Aquileia, Plèroma | |
+ due galli due tartarughe | |
+ bambino e gallo |
+ Kalila e Dimna | |
+ Ms. arabo; Cosmè Tura | |
+ Mss. persiani | |
+ scimmie, bambini |
+ purezza, amore | |
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+ regalità | |
+ salvezza |
+ giochi | |
+ L'infanzia nasce ... | |
+ putti: gli antichi | |
+ putti: Rinascimento | |
+ La tortue |
[a cura di a.l.]
Pieter Bruegel il vecchio, Due scimmie, 1562 (Berlino, Gemälde Galerie) [da Web Gallery of Art] |
Hans Holbein il giovane, Due teschi, 1520 (Basilea, Kunstmuseum) [da Müller 2006, 50, p. 221] |
Sullivan ha analizzato il dipinto di Bruegel nell'ambito di un diffuso uso didattico di "immagini in cui le scimmie sono usate per mostrare gli esiti negativi di una vita peccaminosa" (p. 116-117; con rinvio a Janson, in particolare cap. V, a cui ci si riferisce in queste pagine a proposito della Madonna con la scimmia di Dürer).
In questa "piccola allegoria" del maestro fiammingo ci vengono mostrati, dice, gli effetti di due specifici peccati: avarizia (la scimmia sulla sinistra rivolta verso di noi a occhi spalancati, sembra tenere stretto qualcosa tra i pugni chiusi) e prodigalità (la scimmia sulla destra, che volge le spalle all'osservatore, con i gusci di noce ai suoi piedi).
L'interpretazione ricca e, per vari aspetti, convincente non sembra però rendere conto della serietà, profondità e bellezza dell'immagine. I due prigionieri, persi; fuori la luce azzurra e rosa.
Nella Modena di Antonio Gadaldini -- dove nasce l'immagine del bambino coi gigli a cavallo della tartaruga, che abbiamo in qualche modo voluto collegare alla scimmia e alla tartaruga del Kalila e Dimna -- c'era chi credeva alla liberazione operata dal "beneficio di Cristo". In una vecchia canzone dedicata a un condannato a morte e raccolta a Cento, nel ferrarese, si alza la voce di una ragazza che canta così (Ferraro, p. 280):
O mama mia, femi la dota,
Femi la dota che mi cunvien,
A vôj dventar la so mujer.
A vôi spusar al parsunier.